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Archive for marzo 2014

WS_21

Io un’adolescente?

Se ora, d’improvviso, si presentasse qui,
dovrei salutarla come una persona cara,
benché mi sia estranea e lontana?
Versare una lacrimuccia, baciarla sulla fronte
per la sola ragione
che la nostra data di nascita è la stessa?
Siamo così dissimili
che forse solo le ossa sono le stesse,
la calotta cranica, le orbite oculari.
Perché già gli occhi è come fossero più grandi,
le ciglia più lunghe, la statura più alta
e tutto il corpo è fasciato
dalla pelle liscia, senza un’imperfezione.
In verità ci legano parenti e conoscenti,
ma nel suo mondo di questa cerchia comune
sono quasi tutti vivi,
mentre nel mio quasi nessuno.
Siamo così diverse,
i nostri pensieri e parole così differenti.
Lei sa poco –
ma con un’ostinazione degna di miglior causa.
Io so molto di più –
ma non in modo certo.
Mi mostra delle poesie,
scritte con una grafia nitida, accurata,
con cui io non scrivo più da anni.
Leggo quelle poesie, le leggo.
Be’, forse quest’unica,
se fosse accorciata
e corretta qua e là.
Dal resto non verrà nulla di buono.
La conversazione langue.
Sul suo modesto orologio
il tempo è ancora incerto e costa poco.
Sul mio è molto più caro ed esatto.
Per commiato nulla, un sorriso abbozzato
e nessuna commozione.
Solo quando sparisce
e nella fretta dimentica la sciarpa –
Una sciarpa di pura lana,
a righe colorate,
che nostra madre
ha fatto per lei all’uncinetto.
La conservo ancora.

(Wisława Szymborska)

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Vorrei un giorno danzare liberamente sulle note di una canzone, dall’inizio alla fine, convintamente. Segnerebbe la fine d’un conflitto. E se dovesse prevalere la mia parte “peggiore”, quella più egoista ed insensibile, poco importa. Quando una guerra si protrae per troppo tempo se ne perde il senso: le ragioni dei contendenti (ammesso che di ragioni si possa parlare …)
Vinca chi vinca, quindi, purché si ponga fine alle ostilità, una volta per tutte.
La canzone, ovviamente, è questa (scontata ma efficace) ..
.

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Ahimé!

Libri d'amore

Di cosa parlano
i libri d’amore?
Vizi, abbagli e stramberie.
Milioni di pagine
e nemmeno un precetto.
E’ il trionfo dell’istinto:
l’anarchia.
Per le pratiche del cuore
ci vorrebbe qualche legge,
altro che libero arbitrio.
Ci sarebbe più giustizia
se ci fosse un tribunale,
e persino più profitto.
Non ha senso!
Non esiste un giudicante
tra i mortali.
E chi oltraggia i sentimenti
non patisce alcuna pena,
a dispetto d’un principio
universale.
In certe faccende
non vigono norme
solo una prassi:
mai un carnefice
implorerà il perdono,
mai una vittima
cancellerà il sopruso
– in attesa che s’invertano
le parti.
Così va il mondo,
per chi non crede.

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“Non ho più la manualità di un tempo” … (a chi lo dici)

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Bravini!! Non c’è che dire … (e bravi pure i Daft Punk)

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Mari e bar

“ La Cassazione ha messo la pietra tombale sulla candidatura di Silvio Berlusconi alle elezioni europee del 25 maggio, ma il Cavaliere non si arrende. Non si arrende soprattutto all’idea di eliminare il cognome Berlusconi dalle liste di Forza Italia. Teme, dicono i suoi, che l’assenza di quel nome, possa equivalere a un’emorragia di voti per il partito. In queste ore si studia dunque quale strada imboccare. La tentazione di Berlusconi è quella di procedere a oltranza con la propria candidatura in attesa che la corte di Strasburgo si pronunci sui ricorsi presentati dai suoi avvocati, oppure candidare una delle due figlie. Barbara si sarebbe detta disponibile a scendere in campo ma su questa scelta ci sarebbe lo scetticismo della sorella Marina.” (Fonte “Il Sole 24 Ore”)
Chi mi conosce sa che io soffro di una forma d’intolleranza cronica verso Berlusconi e tutto ciò che orbita intorno a lui. Per questa ragione, onestamente, non escludo che le mie valutazioni, alquanto critiche, sul grado di discernimento dell’elettorato di Forza Italia, possano essere viziate da scarsa neutralità, un tantino fazione. Ciò nonostante, la notizia innanzi riportata, mi solleva un po’ da tali colpe, perché credo che in tanti, e in modo trasversale, qualche legittima perplessità l’abbia suscitata (oltre a qualche spontaneo interrogativo …)
Su quale grado di maturità può mai fondarsi un elettorato che necessita, per condividere e sostenere il progetto politico di un certo partito, di veder impresso il nome del suo fondatore in testa alla lista elettorale? Qual è quell’elettorato che nel 2014 è ancora a rischio sostanziale di condizionamento per una semplice questione di forma? Come può un intero schieramento politico ritenere che, per non perdere consensi, nell’impossibilità di farsi rappresentare in prima persona dal proprio fondatore, per cause ben note, sia sufficiente farsi capeggiare da un suo qualunque discendente dinastico, e che quest’ultimo possa, indistintamente, fare da garante nei confronti degli elettori, senza, tra l’altro, una benché minima esperienza politica? …. mi ricorda un po’ un romanzo di Orwell, una certa fattoria (con il dovuto rispetto…)

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primavera_h

« E’ certo la primavera la stagione più triste dell’anno. Ondeggia, incespicante e trasognata tra la bianca severità dell’inverno e la focosa maestà dell’estate, come una “donzelletta” acerba che non è più vera bambina e non è ancora donna fatta. È ridotta, perciò, alle malfide risorse del doppio gioco. In certi giorni un baccanale di sole indora e accende tutte le cime e tutte le superfici, e un’improvvisa afosità simula ipocritamente la gialla offensiva del giugno. Ma poi, il giorno dopo, sipari di nuvolone seppiacee si calano sugli orizzonti come gramaglie, il vento settentrionale uggiola e morde, i piovaschi impazziscono in furori diluviali, i fiumi aprono brecce nelle ripe, sui monti si ammonta un’altra volta la neve, tardiva ed intempestiva, e le prime erbe dei prati, stupite e strapazzate, vorrebbero rientrare sotto la terra. Passata la furia boreale, tornano le giornate grigie e accidiose, con qualche golfo di azzurro che subito si richiude, le strade fradice e sudice, i muri bollati di gore umide, i fossi colmi d’acqua lotosa. Eppoi, in pochi meriggi, tutto s’asciuga, tutto s’infiamma, tutto arde, tutto si riscalda e ci s’accorge, con mortificante sorpresa, che la primavera è finita, senza aver potuto godere, meno che pochi istanti, le sue incantate e decantate meraviglie.»
Giovanni Papini, “Il mondo visto dal poeta”

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guggenheimbilbao

« Contrariamente al concetto romantico secondo il quale ognuno di noi aderisce per natura all’idea più consona di bellezza, sembra che invece le nostre facoltà visive ed emotive abbiano bisogno di una costante guida esterna che le aiuti a decidere che cosa notare e che cosa apprezzare. «Cultura» è il termine che abbiamo assegnato alla forza che ci assiste nell’identificare su quale delle nostre molteplici sensazioni dobbiamo concentrarci e a quale attribuire valore. »
Alain de Botton, “Architettura e felicità”

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prostituzione1_

La discussa legge Merlin, che nel 1958 vietò le “case chiuse” in Italia, potrebbe presto essere modificata. È stato infatti presentato un D.D.L. Prostituzione che supererebbe la vecchia legge e regolarizzerebbe l’esercizio della professione nelle abitazioni private. Ciò non significherebbe riaprire le “case di tolleranza”, bensì permettere alle donne e agli uomini che si prostituiscono volontariamente per lavoro (vedi le escort) di ottenere tutele come tutti i normali lavoratori e di pagare le tasse, il tutto condito da regole sanitarie ed autorizzazioni specifiche. Il D.D.L. è di natura bipartisan, in quanto le promotrici sono le senatrici Maria Spilabotte del PD ed Alessandra Mussolini di FI.
“Riconoscere i diritti di prostitute e gigolò e limitare il fenomeno delle tratte”. Sono questi gli obiettivi del D.D.L. Prostituzione, che probabilmente farà tanto discutere nei prossimi giorni. Ecco come funziona. Per esercitare la professione bisognerà ottenere delle apposite autorizzazioni. Dopo aver inoltrato la domanda, sarà la Camera di Commercio a dare l’ok per svolgere l’attività. Per ottenere tale autorizzazione bisognerà ottenere dall’ASL un certificato di idoneità psicologica che attesti la libera volontà di svolgere la professione, scongiurando possibili padroni e sfruttamenti. Una volta ottenuta l’autorizzazione (che dovrà essere rinnovata ogni 6 mesi al prezzo di 6mila euro, o 3mila se part-time), la prostituta avrà un “patentino professionale” ed dovrà aprire una partita IVA per pagare le tasse. A questo punto dovrà avvertire il Comune di riferimento per ottenere il permesso di esercitare prostituzione dentro la propria abitazione, secondo norme sanitarie ben precise (tra cui l’obbligo del preservativo).
Il D.D.L. farà sicuramente discutere. Composto da 7 articoli, sono due quelli che faranno più clamore. Seppur il D.D.L. si riferisca alle sole abitazioni private, l’art.3 dà facoltà agli Enti locali di individuare luoghi pubblici per esercitare la prostituzione e di estendere dunque il campo della normativa. In pratica, il D.D.L. non riaprirebbe le “case chiuse” ma darebbe comunque ai Comuni la possibilità di farlo. Anche l’art.7 potrebbe creare polemiche, poiché proporrebbe di introdurre nelle scuole secondarie l’insegnamento di 20 ore di educazione sessuale. Discussioni a parte, oltre alle prostitute, anche i proprietari degli immobili potrebbero trovare giovamento da una legge del genere. Non sarebbe infatti più punibile chi affitta (consapevolmente o no) una casa, al cui interno si esercita la prostituzione. Ovviamente chi esercita la professione deve essere in regola con le autorizzazioni.
(Fonte: International Business Times – 6 Marzo 2014 )

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Senza parole … (e senza strumenti)

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