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Posts Tagged ‘Sogni’

Seneca

«Una leggera febbretta può sfuggire all’attenzione, ma se aumenta e diventa un’autentica febbre che brucia, anche l’uomo più resistente e più avvezzo alle sofferenze è costretto a confessare l’infermità. Il contrario avviene nelle infermità che colpiscono l’animo: quanto più uno sta male, tanto meno se ne accorge. Non te ne devi meravigliare, carissimo Lucilio. Infatti, chi è appena assopito, anche durante il sonno, percepisce le immagini dei sogni, e talvolta, dormendo, si rende conto di dormire. Ma un sonno pesante estingue il sogno e sommerge l’anima in una completa incoscienza».
Lucio Anneo Seneca, “lettera 53“

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LupoSun_2

Ho appeso un quadro nella mia tana:

Ululati di dolore in una notte d’estate.

Frinire di cicale in essenze d’eucalipto.

Confessioni che sempre si somigliano

in notti di speranze e treni persi.

Scorgo sagome fluttuanti:

riflessi sfocati di voglie e nostalgie.

 

Odio notti d’estate

che non siano notti d’estate.

Che non lascino l’odore sulla pelle

di una stella trattenuta tra le dita

… per la vita.

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sogno

Esiste un limite nella nostra mente che separa i sogni realizzabili, per i quali vale la pena di sperare e combattere, da quelli irrealizzabili. Una saggia maturazione sta nel saper individuare questa sottilissima linea di confine. Impegnarsi instancabilmente per realizzare ogni concreta aspirazione, e relegare sapientemente le pure chimere nel mondo dell’immaginario.
Vi sono individui dotati di grandi capacità che si mostrano scarsamente motivati di fronte a traguardi ragguardevoli, alla loro assoluta portata, e s’impegnano fino allo spasimo nell’inseguire mete irraggiungibili. Alcuni di essi, guidati talvolta da una voce amica, da corretti stimoli, trovano la forza sovraumana di ravvedersi, di dar nuovo ordinamento ai propri desideri, di accontentarsi. Altri, sordi ed imprudenti, proseguono verso una resa quasi inevitabile. Nessuno di noi graverà sulla coscienza di alcuno (e secondo Graham Greene, neanche sulle nostre).

“La disperazione è il prezzo che si paga per essersi proposti una meta che non si può umanamente raggiungere. È, si dice, il peccato irremissibile; ma è un peccato che il corrotto e il malvagio non perpetra mai. Costui spera sempre, non raggiunge mai il gelo della consapevolezza di essere totalmente fallito. Solo l’uomo di buona volontà si porta sempre in cuore questa capacità di dannazione.” (Graham Greene)

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I desideri dei bambini sono davvero sorprendenti. Spesso ci lasciano stupefatti. Se la gente li soffermasse ad esaminarli con maggior impegno, otterrebbe risposte più esaustive sulle concrete potenzialità dei propri figli, alunni, assistiti … sulle loro vocazioni. Ma quante persone dedicano attenzione a quest’aspetto, specialmente di fronte a certe richieste a dir poco singolari, dove più che un semplice ascolto, è richiesta un’arguta interpretazione? Ovviamente, parlo di situazioni normali, nelle quali, cioè, non affiora alcun sintomo psicopatologico.
Io, ripensando alla mia adolescenza, ai miei desideri più assillanti, suppongo di essermi mosso su una borderline. Indipendentemente da questo, nel corso degli anni, non sono mai riuscito a trovare una risposta plausibile sul significato e l’origine di certi miei sogni. Con questo non voglio trascinarvi in alcun processo analitico, semmai sapere se qualcuno di voi ha mai sognato di possedere un animale esotico (non in senso sessuale), di prendersene cura ed instaurare con lui un forte legame affettivo. Io non ho ma desiderato armi, trenini elettrici, giochi elettronici (semmai fossero esistiti), tantomeno Big Jim, Barbie, trucchi, cucine in miniature, finte parure, io sognavo giorno e notte un animale tutto per me, ma non un banalissimo cane, gatto, criceto … Giusto per introdurre un ulteriore elemento di confusione, vi dirò che fino a 6 anni m’ero fissato per un canguro, dai 6 ai 10 per un ghepardo e dai 10 in poi, fino a qualche anno fa, per una volpe ridimensionando coscientemente le mie pretese … Aho!! Ne avessi beccata una, ma neanche in senso metaforico.

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ombra

“Sai Joe! Spesso ho la sensazione di vivere due vite parallele, da sempre: una proiettata alle questioni pratiche, ai contatti reali, e una che vaga nell’iperspazio.”

«Descritto in questo modo, Fred! sembra il profilo di un qualunque dannato abitante della terra che vive il presente distrattamente, con la testa altrove. L’universo e pieno di sognatori che aspirano ad uno stato diverso …»

“No! Joe, la questione non è così semplice, lo percepisco nei momenti di malinconia. Io non provo una comune nostalgia di luoghi, di persone e di avvenimenti reali, a me si sovrappone, contemporaneamente, un sentimento struggente. E’ un desiderio di luoghi, di persone e di avvenimenti, paradossalmente, solo immaginati. Sono proiezioni illusorie che riaffiorano alla memoria ciclicamente, nitide e circostanziate. Io, ad esempio, sarei in grado di descriverti, di un preciso momento, sia gli elementi reali, dov’ero, con chi ero, cosa ho fatto, che certe visioni, dove in quell’istante avrei voluto essere, con chi avrei voluto essere e cosa avrei voluto fare, e con maggior coinvolgimento emotivo. E’ strana questa cosa, è come vivere una doppia dimensione.”

«Spiegati meglio, Fred!»

“Non è un fenomeno semplice da descrivere, me ne rendo conto. Rientrerebbe nella normalità se in me si configurassero, al tempo stesso, immagini di vita reale e prospettive seducenti senza che quest’ultime s’imprimano nella mente in modo indelebile, senza che lascino traccia, che si stratifichino.”

«Sei fuori strada! Le persone si caratterizzano univocamente anche in funzione dei propri sogni, delle proprie aspirazioni, delle proprie perenni illusioni. Si diventa tutt’uno. E che si resti un’itera vita fedele anche ad una sola immutabile aspirazione, è un fatto normale.»

“Quindi la mia situazione potrebbe essere, banalmente, causata da una cieca dedizione verso un unico, impareggiabile ideale e, conseguentemente, da una viziosa propensione all’evasione … giusto?”

«Più o meno …»

“Mah! Non sono troppo convinto … Comunque dimmi un’ultima cosa, Joe, se tutto questo non è strano, che cos’è?”

«Umano …. e letale»

“Grazie!“

«Prego!»

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germoglio_m

Se tornasi a nascere
sceglierei un nuovo nome,
un nome adatto a me, alla mia persona.
Mi sceglierei occhi, bocca, mani.
Se tornassi a nascere
cercherei senza indugio
il vero e autentico senso della vita,
senza lasciare che nulla mi turbi
e mi distolga dall’essere me stesso.
Se tornassi a nascere
sceglierei meglio la via da seguire
evitando le strade facili e veloci
e ragionando sempre davanti ad ogni bivio.
Se tornassi a nascere
chiederei a chiunque di essermi insegnante,
di mostrarmi quali sono i doni della vita
e quali i segni da cogliere
per essere sempre fieri della propria esistenza.
Se tornassi a nascere
cercherei di non commettere più i grandi errori,
non lascerei che il dubbio e l’ipocrisia
si impossessino del mio pensiero
rendendolo futile e vuoto.
Se tornassi a nascere
mi nasconderei dalle voci dei falsi,
dagli occhi dei meschini,
dalle orecchie dei pettegoli,
dalle mani degli adulatori,
dalle gesta dei malfattori.
Se tornassi a nascere
lotterei per cercare fino in fondo la libertà
per scartare tutto ciò che rende schiavo,
tutto ciò che non lascia respiro,
tutto ciò che è falso e rovinoso.
Se tornassi a nascere
cancellerei dalla mia vita
ogni cosa che mi rende solo
che mi incupisce
e mi allontana dalla bellezza del mondo.
Se tornassi a nascere
non starei con le mani in mano
ma cercherei sempre di dipingere la vita
con i mille colori dell’arcobaleno,
amando chiunque mi è permesso di incontrare
sulla mia strada.
Scalerei montagne e solcherei mari
sempre in cerca di nuovi volti e nuove speranze.
Se tornassi a nascere
penserei di più a me stesso
senza mai dimenticare gli altri
e senza mai dimenticare
che anche gli altri pensano a me.
Se tornassi a nascere
sognerei da mattina a sera
stando attento a non perdermi nei sogni,
accogliendoli come grandi consigli,
tenendoli stretti come immensi tesori.
Se tornassi a nascere
terrei la testa alta davanti ad ogni sconfitta,
marcerei convinto davanti alle insidie,
senza mai cederei di un passo
davanti ad alcuna salita.
Se tornassi a nascere
prenderei la testa fra le mie nude mani
e piangerei pensando a quanto è bella la vita
e quanto non valga la pena rovinarla.
Se tornassi a nascere
non avrei più paura,
amerei come non ho mai amato,
servirei come non ho mai servito.
Se tornassi a nascere
non mi renderei conto
di quanto possa aver già vissuto
e di quanto tutto ciò che ho fatto
non valga la pena di essere buttato.

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Alda Merini

Io non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole,
di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all’ orecchio degli amanti.
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

Alda Merini

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Picchio muratore_1

Tra le fronde di una quercia secolare
s’insinua un ingannevole richiamo:
il Picchio Muratore.
L’uccello stringe un patto con il lupo:
” Avrai una tana calda per l’inverno,
sicura ed accogliente,
purché tu stia alla larga dal mio nido. “
Ma il lupo resta lupo,
finanche il più avveduto e coscienzioso
e nell’universo
delle sue notturne digressioni,
non v’è posto per i sogni prefissati. 

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Poesia a due voci

Parlami dei sogni, Aurora,
di affinità.
Dimmi se anche tu, ribelle,
agogni ali di poiana.
Fragranza d’oriente diffondi,
sempre a sud volgi lo sguardo.
Sempre la luna rischiara il tuo giaciglio:
sacro offertorio di pietra, di sabbia,
di grani d’incenso,
di spighe e radici.

Arsura d’espiazione, lupo,
delirio.

Spasmi virili d’un’anima contesa.
Nomade senza età e senza riparo,
fissa anche tu il sud,
la luna.
Inebriati d’essenze,
d’umori corporali,
ma fumati qualcosa di leggero.

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