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Posts Tagged ‘Poesia’

Paola_1

Quel fuoco

A te che lo reclami,
puro, immenso,

travolgente.
A te vittima eterna
d’incaute suggestioni.
A te che scruti le tenebre
e soffri i risvegli.
E’ inutile smaniare,
segnare affinità.
Non conta ornare il tempio.
Quel fuoco che divampa
all’improvviso tra le sterpi,
a scandire le delizie della vita,
non ha autori né profeti.
Brucia ai piedi di un altare,
tra i rifiuti.
Partorisce arcobaleni.
Scalza demoni striscianti.
Doma il fato.

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Erica-Jong

La schiava migliore
non ha bisogno d’esser picchiata.
Si picchia da sé.
Non con una frusta di cuoio,
o con bastoni e verghe,
non con un randello
o con un manganello,
ma con la frusta fine
della sua stessa lingua
e il battere sottile
della sua mente
contro la sua mente.
Chi può infatti nutrire per lei metà
dell’odio che nutre essa stessa?
E chi può eguagliare la finezza
degli insulti che si rivolge?
Anni di allenamento
occorrono per questo.
Venti anni
di auto-indulgenza
e negazione di sé;
finché il soggetto si ritiene una regina
e pure una mendicante –
le due cose allo stesso tempo.
Deve dubitare di sé
in tutto fuorché l’amore.
Deve scegliere appassionatamente
e malamente.
Deve sentirsi perduta come un cane
senza il padrone.
Deve riferire tutte le questioni morali
al proprio specchio.
Deve innamorarsi di un cosacco
o di un poeta.
Non deve mai uscire di casa
se non celata sotto il trucco.
Deve portare scarpe strette
perché sempre ricordi di essere schiava.
Non deve dimenticare
che è radicata nel terreno.
Benché sia svelta nell’apprendere
e riconosciuta intelligente
il dubbio che istintivamente ha di sé
la deve rendere così debole
che si applica brillantemente
a mezza dozzina di opere d’ingegno
e così abbellisce
ma non cambia
la nostra vita.
Se è un’artista
e quasi quasi è un genio,
il fatto stesso d’avere questo dono
deve riuscirle così penoso
che si toglie la vita
piuttosto che vincerci.
E dopo la sua morte, piangeremo
e ne faremo una santa.

Erica Jong, “Alcesti al circuito della poesia – 1973”

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vecchia_scarpa

Uno spazio di pausa

Uno spazio di pausa
devi averne uno,
altrimenti le pareti ti schiacceranno.

Devi mollare tutto quanto,
gettarlo via,
liberarti di tutto.

Devi guardare ciò che guardi
o pensare ciò che pensi
o fare ciò che fai
oppure non fai,
senza pensare ai vantaggi personali,
senza accettare la guida di nessuno.

La gente si consuma per la fatica
si nasconde nelle abitudini comuni.
Le sue preoccupazioni sono
le preoccupazioni del gregge.

Soltanto pochi sono capaci di fissare
una vecchia scarpa per dieci minuti
o di pensare a cose strampalate
tipo: “chi ha inventato
il pomello della porta?”

Le persone perdono il senso della vita
perché sono incapaci di fermarsi,
di disfarsi di se stessi,
di sciogliersi,
di smettere di vedere,
di disimparare,
di mettersi in salvo.

Ascolta la propria falsa risata,
e poi puoi andar via.

(Charles Bukowski)

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4am

Ora dalla notte al giorno.
Ora da un fianco all’altro.
Ora per trentenni.

Ora rassettata per il canto dei galli.
Ora in cui la terra ci rinnega.
Ora in cui il vento soffia dalle stelle spente.
Ora del chissà-se-resterà-qualcosa-di-noi.

Ora vuota.
Sorda, vana.

Fondo di ogni altra ora.

Nessuno sta bene alle quattro del mattino.
Se le formiche stanno bene alle quattro del mattino
– le nostre congratulazioni. E che arrivino le cinque,
se dobbiamo vivere ancora.

(Wislawa Szymborska)

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agricoltore

C’è gente che ha bisogno d’ingegnarsi,
di buttarsi giù dal letto di buonora.
Gente che compensa col sudore,
che si fa scudo dei propri affanni:
chi può mai biasimare chi si sfianca?
Gente smaniosa,
che salda il proprio conto faticando,
scrollandosi di dosso solo polvere.

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emily_dickenson_1

Uomo

Temo un uomo di poche parole
temo un uomo che tace
l’arringatore posso superarlo
il chiacchierone
posso intrattenerlo
ma colui che pondera
mentre gli altri spendono tutto ciò che hanno
di quest’uomo diffido
temo ch’egli sia un grande.

 

Il cuore prima chiede gioia

Il cuore prima chiede gioia,
poi assenza di dolore,
poi gli scialbi anodini
che attenuano il soffrire,
poi chiede il sonno, e infine
se a tanto consentisse
il suo tremendo Giudice,
libertà di morire.

 

Se non avessi visto

Se non avessi visto il sole
avrei sopportato l’ombra
ma la luce ha reso il mio deserto
ancora più selvaggio


(Emily Dickinson)

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DCIM100MEDIA

Bellezza

All’alba
nuvole rosa
si posano sulle spalle
delle colline
come a difenderle
dal fresco
del mattino
ed il cielo
ha il colore
del fuoco gentile
d’inverno;
alzate la testa
dai vostri schermi
questa bellezza parla
alla parte di voi
che nessuno
conoscerà mai.
__________

 

Liberi

Non ho il coraggio
di cambiare,
la forza
per restare,
sospeso nel limbo
dei codardi
a spremermi la mente
e massacrarmi il cuore.
Ogni uomo
è libero di andare,
provateci pure
e senza mai voltarvi.
__________

 

Nessuno mi conosce

Solo la pelle
mi impedisce di fuggire,
questa pulsione all’infinito
che ogni giorno mi strattona
è una strana malattia
che con terribile dolcezza
mi consuma
e se davvero non
usassi le parole
forse sarei un pazzo
o un maratoneta
o un barbone
o un assassino
alla continua ricerca
di qualcuno con cui parlare,
senza voce,
qualcuno che
nel guardarmi negli occhi
mi riconosca
senza sapere
il mio nome.
__________

 

Senza corazza

Ad ogni passo
perdo un pezzo
lungo la strada
e tutto
il buono di me
resta impigliato
alle spine
lungo il cammino
ed ho paura
che non resterà
più amore
quando arriverò
alla meta,
perciò spero
che tutti voi
che ne avete
avuta una parte
possiate testimoniare
che in me
un tempo
albergava un’anima
e la bellezza
e la fiducia

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Cassiera_4

Fai un lavoro duro, cassiera di un discount

Fai un lavoro duro, cassiera di un discount,
ma sei allegra, scherzi con tutti,
velocissima conteggi i prezzi,
nella tua mente passano mille numeri, e scherzi,
poi prendi le cose e le metti nelle buste,
fai cose che potresti anche non fare,
è squallido dove lavori,
ma tu non te ne curi,
sei semplice, forse ignorante,
una ragazza di campagna
nemmeno bella, piccolina,
ma da te imparo non sai quanto.
(Claudio Damiani)

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keiko-willy

Lode della cattiva considerazione di sé

La poiana non ha nulla da rimproverarsi.
Gli scrupoli sono estranei alla pantera nera.
I piranha non dubitano della bontà delle proprie azioni.
Il serpente a sonagli si accetta senza riserve.
Uno sciacallo autocritico non esiste.
La locusta, l’alligatore, la trichina e il tafano
vivono come vivono e ne sono contenti.
Il cuore dell’orca pesa cento chili,
ma sotto un altro aspetto è leggero.
Non c’è nulla di più animale
della coscienza pulita,
sul terzo pianeta del sistema solare.
(Wislawa Szymborska)

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Cigno_1

Quanti sforzi per l’ironia

Quanti sforzi per l’ironia,
quanti calcoli e pensieri
per la presentazione di sé,
per l’abilità verbale,
mentre il cigno senza preparazioni è l’ironia.
La dice tutta nei suoi calmi movimenti,
così come la dicono la pioggia e il lago,
e non c’è alcun bisogno di inventare alcunché,
di scomodare il drago.
(Cesare Viviani)

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