Quel fuoco
A te che lo reclami,
puro, immenso,
travolgente.
A te vittima eterna
d’incaute suggestioni.
A te che scruti le tenebre
e soffri i risvegli.
E’ inutile smaniare,
segnare affinità.
Non conta ornare il tempio.
Quel fuoco che divampa
all’improvviso tra le sterpi,
a scandire le delizie della vita,
non ha autori né profeti.
Brucia ai piedi di un altare,
tra i rifiuti.
Partorisce arcobaleni.
Scalza demoni striscianti.
Doma il fato.