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Posts Tagged ‘Destino’

Alba_2

Trame di pensieri
come sciami
assoggettati
ad un unico richiamo.

Tale è la mente:
fogli freschi di stampa
tra pagine ingiallite.
Non c’è numerazione,
mentre l’opera dell’uomo
si compone, si scompone

in un vortice incessante.
E’ un romanzo a tinte fosche
questa vita,
potrei farne poesia.
Penso a qualcosa di grande,
al traguardo di un’attesa,
penso a un’impresa.
Il mio viso controvento.
Il sapore rosa-azzurro
di un’aurora ad Austerlitz.
Sento l’eco di un boato
ma è soltanto un’illusione,
il respiro di un pendio.
E’ più facile dipingere,
fare musica,
o inventare storie fantastiche,
che tradurre in versi l’aria.

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marea_nera_4

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Nulla è per caso,
tutto è già scritto.
Ho bisogno di un indizio.
Cado nell’impazienza,
sfrenata frenesia del cercare.
Sospingo i sensi,
scruto le menti,
rovisto il cuore.
Eppure deve esserci una luce.
Non mi resta troppo tempo,
e nemmeno
tanta forza nelle braccia.
Geni, maghi, fattucchiere,
vi offro in cambio la mia anima.
A me basta ciò che resta:
mille fremiti e sussurri
da serbare,
di natura sovrumana,
d’energia inesplosa.

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Qualcuno ricorda il personaggio di Mister Magoo?
E il simpatico protagonista di una serie di cartoni animati trasmessi molti anni fa.
Mister Magoo è un simpatico vecchietto, calvo e brontolone. Un ricchissimo pensionato, proprietario di una fabbrica di verdure in scatola, che si ostina a non voler portare gli occhiali nonostante sia fortemente miope. Il tema principale delle sue avventure è incentrato su una serie di esilaranti equivoci.
A causa della sua incoscienza, il vecchietto si caccia continuamente in un mare di guai: quando prende l’aereo, ad esempio, credendo che si tratti di una nave, esce tranquillamente a passeggio sulle ali convintissimo di trovarsi sul ponte. In un altro episodio quando assiste ad un conflitto a fuoco fra banditi e poliziotti, pensa che si tratti di fuochi d’artificio.
Spesso l’accompagna suo nipote Waldo, come nella gita in montagna, quando quest’ultimo, indossando imprudentemente un cappotto di procione, attira le attenzioni di un orso. Waldo riesce a fuggire ma Mr. Magoo no, ovviamente. Ciò nonostante, trascorre indenne il resto della gita in compagnia dell’orso scambiato per suo nipote, riducendolo all’impotenza grazie a tutta una serie di colpi fortuiti assestati col suo fido bastone.
La cosa straordinaria, quindi, è che Mister Magoo passa incolume in mezzo a tutte le avventure in quanto è sempre accompagnato da una fortuna incredibile che non lo abbandona mai, neanche quando fa l’equilibrista sui ponteggi dei grattacieli, pensando di trovarsi sopra ad un ascensore.
Rapportandolo alla vita reale, io di Mister Magoo ne conosco diversi. Sono persone che detesto particolarmente, in una forma viscerale, è più forte di me.
Le persone fortunate, oggettivamente fortunate, soprattutto quelle inconsapevoli e quindi irriconoscenti, sebbene non abbiano colpe, le manderei sistematicamente a spalare la neve in Valsesia, a rischio di far sparire l’inverno o la Valsesia. Le lastre di ghiaccio, quelle spesse e stratificate, le riserverei ai fortunati in amore.
Quelli che conosco io (per pura casualità, immagino), sembrano fatti con lo stampino: un viso tutto sommato gradevole, rassicurante, paffutelli e con tanto di pancetta. Quest’aspetto mi fa pentire a volte di avere un ventre piatto come una sogliola, anche perché pare proprio che questo particolare del “salvagente” susciti nelle donne degli istinti arcaici, attirandole fatalmente … me lo confermate?
A questo punto qualcuno, rimanendo in argomento, potrebbe chiedermi (non so su quante persone posso contare dal momento che si tratta di una domanda intelligente):
Secondo te la fortuna di un uomo è governata dal fato/casualità o dagli eventi che egli stesso ha determinato?
Beh! Io gli risponderei: (a volte ho l’impressione di parlare con me stesso …)
WOW!!! Complimenti per la domanda, anche se io non accosterei in modo così semplicistico il fato alla casualità, dal momento che il “fato” è considerato come: legge eterna e ineluttabile che regola e domina senza contrasto la vita; un volere Divino, mentre la casualità è un termine di pura matrice scientifica, per nulla pregno di spiritualità.
Comunque, consideriamo opportunamente il nostro destino come la nostra condizione finale, il nostro status, e gli eventi come un insieme di accadimenti determinati dal nostro agire, dal modo con cui ci rapportiamo al mondo. In base a tale considerazione, se noi tralasciassimo alcuni “dettagli irrilevanti”, potremmo tranquillamente concludere, come i latini insegnano: Homo faber fortunae suae , che gli eventi sono la causa, il destino l’effetto, e tutto il resto non conta; ma è davvero così semplice la lettura?
E le tare caratteriali? La nostra collocazione temporale? Il nostro ambiente formativo, chi li determina, noi?
Io credo che alla nostra nascita ci venga assegnato un compito: un bel foglio bianco, dei colori (non a tutti lo stesso assortimento) e un soggetto da rappresentare, a chi un bel prato fiorito e a chi un mare in tempesta. Assegnatoci ciò, in funzione delle nostre attitudini (inventiva, fantasia, intraprendenza, coraggio…), dei nostri istruttori naturali, della moda del momento, e non ultimo, del nostro stato di salute, siamo chiamati a portare a termine tale compito.
A questo punto, per quanto uno si sforzi di realizzare la più bella rappresentazione grafica possibile (fortunae suae), se la sorte gli ha assegnato: pochi colori, un soggetto banale o non adatto ai tempi, o entrambe le cose, una fantasia limitata, una scarsissima audacia, magari una condizione fisica non ottimale, dei genitori che a tutto hanno pensato tranne che suggerirgli le mosse corrette, e per ultimo dei cattivi compagni di classe, ma che speranze ha di sortire un’opera che possa suscitare consenso e ammirazione?
Può solo contare sull’umana misericordia, compresa la propria, e non prendersela né con se stesso né con il Fato, dal momento che rischierebbe di commettere un grave peccato: una bestemmia. La sola opportunità, estrema e immorale che gli è consentita, è di strappare il foglio; ma anche per questa scelta ci vuole una forte attitudine.
Il fato o casualità è quindi il vero artefice del nostro destino, in modo diretto o indiretto, a parer mio, lo stesso che a volte ci pone affianco, come angeli, dei saggi ed onesti compagni (vedi WordPress).
Concludo con una considerazione: io, onestamente, non mi ritengo sfortunato, ma neanche baciato dalla fortuna. Mi trovo esattamente nel mezzo, come in tutto ciò che riguarda la mia vita (50% in tutto). Sotto sotto, è proprio questo che mi rende unico e speciale agli occhi di qualcuno. Non è una virtù, ve l’assicuro.
Vi saluto con un auspicio: che muti il vento, di tanto in tanto, e non per sete di vendetta ma di giustizia. E se qualcuno vuole aggiungere: “Ride bene chi ride ultimo”, lo faccia pure tranquillamente, ha tutta la mia comprensione ed il mio sostegno.

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