«Da piccola volevo diventare Dio. Molto presto compresi che era chiedere troppo e versai un po’ di acqua benedetta nel mio vino da messa: sarei stata Gesù. Presi rapidamente coscienza del mio eccesso di ambizione e accettai di ‘fare’ la martire, una volta diventata grande. Adulta, mi decisi a essere meno megalomane e a lavorare come interprete in un’azienda giapponese. Sfortunatamente, era troppo per me e dovetti scendere di un gradino per diventare ragioniera. Ma non c’erano stati freni alla mia folgorante caduta sociale. Mi venne dunque assegnato il posto di nullafacente. Purtroppo – avrei dovuto sospettarlo – era ancora troppo per me. Ottenni così l’incarico estremo: guardiana dei cessi. Dalla divinità alla latrina: c’era di che estasiarsi del mio percorso inesorabile. Di una cantante che riesca a passare dal registro di soprano a quello di contralto si dice che possiede una vasta estensione: io mi permetto di sottolineare la straordinaria estensione del mio talento, in grado di cantare tutti i registri, tanto in quello di Dio che in quello di signora Pipì. Passato lo stupore, la prima cosa che provai fu uno strano sollievo. Quando si lustrano i bagni sporchi, il vantaggio è che non c’è da temere di cadere più in basso.»
Amélie Nothomb, “Stupore e tremori”
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L’ottimismo narrato ai piccoli
Posted in Frasi d'autore, tagged Amélie Nothomb, Ambizione, Ottimismo, Stupore e tremori on 16 giugno 2015| 2 Comments »
Errare è umano, perseverare è assunto.
Posted in Frasi d'autore, tagged Amélie Nothomb, Errare, Errore, Orgoglio, Rabbia, Sabotaggio d'amore on 13 giugno 2015| 4 Comments »
«Gli errori sono come l’alcool: ci si rende conto subito di aver ecceduto, ma piuttosto che avere l’accortezza di smettere per limitare i danni, una sorta di rabbia, la cui origine è estranea all’ubriachezza, obbliga a continuare. Questo furore, per quanto strano possa sembrare, potrebbe definirsi orgoglio: orgoglio di reclamare che, contro ogni logica, si aveva ragione a bere e a sbagliarsi. Persistere nell’errore o nell’alcol acquista allora il valore di argomento, di sfida alla logica: se mi ostino, vuol dire che ho ragione, checché se ne possa pensare. E mi ostinerò fino a che gli elementi non mi daranno ragione: diventerò alcolizzato, prenderò la tessera del partito del mio errore, nell’attesa di scivolare sotto il tavolo o di essere ignorato da tutti, con la vaga speranza aggressiva di far ridere il mondo intero, convinto che fra dieci anni, dieci secoli, il tempo, la Storia o la Leggenda finiranno per darmi ragione, il che del resto non avrà più alcun senso, visto che il tempo riscatta tutto, visto che ogni errore e ogni difetto ha il suo momento d’oro, visto che sbagliare è comunque sempre una questione di epoca.»
Amélie Nothomb, “Sabotaggio d’amore”