Non ce l’ho con la primavera perché è tornata.
Non la incolpo perché adempie come ogni anno ai suoi doveri.
Capisco che la mia tristezza non fermerà il verde.
Il filo d’erba, se oscilla, è solo al vento.
Non mi fa soffrire che gli isolotti di ontani sulle acque
abbiano di nuovo con che stormire.
Prendo atto che la riva di un certo lago
è rimasta come se tu vivessi ancora bella come era.
Non ho rancore contro la vista,
per la vista sulla baia abbacinata dal sole.
Riesco perfino ad immaginare che degli altri, non noi,
siedano in questo momento sul tronco rovesciato d’una betulla.
Rispetto il loro diritto a sussurrare, ridere e tacere felici.
Suppongo perfino che li unisca l’amore
e che lui stringa lei con il suo braccio vivo.
Qualche giovane ala fruscia nei giuncheti.
Auguro loro sinceramente di sentirla.
Non esigo alcun cambiamento dalle onde vicine alla riva,
ora leste, ora pigre, e non a me obbedienti.
Non pretendo nulla dalle acque fonde accanto al bosco,
ora color smeraldo, ora color zaffiro, ora nere.
Una cosa non accetto: il mio ritorno là.
Al privilegio della presenza ci rinuncio.
Ti sono sopravvissuta solo e soltanto quanto basta
per pensare da lontano.
(Wislawa Szymborska)
Bella musica…dolce, soave…rilassante
Su queste note che creano attorno a me un’ atmosfera oserei dire magica mi sfilo le scarpe e mi lascio cadere sul divano.
Esausta penso che finalmente la giornata e’ giunta al termine…sono pronta per accogliere la sera….spero tranquilla
Che sia serena anche per te….:)
Spero tantissimo, per te, che Sakamoto abbia sortito l’effetto sperato (e che tu non sia rimasta tutta la notte sul divano 🙂 )
Ah ah ah…..quasi quasi ci hai azzeccato!!!!